• 13 Giugno 2025

Perché le tue newsletter finiscono nello spam (e come evitarlo con buon senso)

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Nel vasto mondo dell’email marketing, c’è un nemico silenzioso che può annullare
anche la strategia meglio costruita: lo spam filter. Hai curato l’oggetto, scritto
contenuti di valore e ottimizzato il design, ma la tua newsletter non arriva. O peggio:
finisce nello spam. In questo articolo vediamo perché accade, quali errori evitare e
come assicurarti che le tue email vengano realmente lette.

Le email che nessuno legge: il problema dello spam

Ogni strategia di email marketing informativo ha un obiettivo molto chiaro: far sì che
le newsletter vengano effettivamente lette. Ma prima ancora di ottenere attenzione,
clic o conversioni, c’è una sfida che spesso viene sottovalutata: farsi recapitare.
Finire nella casella spam è come consegnare un volantino a una buca delle lettere
che si autodistrugge: il contenuto non viene ignorato, semplicemente non viene mai
visto.
L’importanza di arrivare nella inbox è spesso data per scontata, eppure è uno degli
aspetti più delicati della comunicazione via email. Anche contenuti ben scritti, curati
e informativi possono essere bloccati dai filtri anti-spam se non si rispettano
determinate condizioni tecniche e di forma.
Quando questo accade, l’effetto domino è immediato: il tasso di apertura crolla, le
metriche di engagement calano e la reputazione del mittente inizia a deteriorarsi. E
una volta persa la fiducia dei server di posta (e dei destinatari), riconquistarla
richiede tempo, metodo e coerenza. In poche parole, è meglio prevenire che
diventare invisibili.

Le cause più comuni che portano allo spam

I filtri anti-spam si basano su una combinazione di segnali tecnici, contenutistici e
comportamentali. Non esiste un solo errore fatale, ma piuttosto un insieme di piccoli
dettagli che, sommati, possono compromettere la deliverability delle tue email.

Mittente poco affidabile

I provider di posta valutano continuamente la reputazione del mittente: non si tratta
solo di configurazioni tecniche, ma anche di comportamenti ricorrenti. Un dominio
che ha una storia di invii massivi, tassi elevati di disiscrizione, segnalazioni come
spam o un basso livello di engagement viene considerato poco affidabile. Anche
l’invio a liste non aggiornate o non verificate può contribuire a peggiorare questa
reputazione. Per costruire fiducia, è fondamentale mantenere una lista pulita,
inviare con costanza e rispettare le aspettative del pubblico.

Linguaggio e formattazione sospetti

Il contenuto della tua newsletter è il secondo elemento sotto esame. L’uso di parole
troppo commerciali (“gratis”, “offerta esclusiva”), un tono eccessivamente enfatico
(uso di tutto maiuscolo o troppi punti esclamativi), o una formattazione sbilanciata tra
testo e immagini possono far scattare i campanelli d’allarme. I filtri anti-spam sono
progettati per individuare segnali tipici delle email promozionali aggressive: il segreto
è adottare un linguaggio sobrio, diretto, informativo.

Frequenza di invio errata o irregolare

Inviare troppe email in un arco di tempo ristretto – oppure al contrario, inviare una
volta ogni sei mesi – può risultare sospetto. I provider preferiscono mittenti che si
comportano in modo costante e prevedibile. Una frequenza coerente dimostra che
esiste una relazione attiva e continuativa con il destinatario, mentre invii saltuari o
massicci sono tipici dello spam.

Mancanza di autenticazioni (SPF, DKIM, DMARC)

Oltre alla reputazione comportamentale, esistono anche requisiti tecnici che
aiutano i provider a verificare che l’email arrivi effettivamente da chi dichiara di
averla inviata. SPF, DKIM e DMARC sono protocolli che funzionano come una
“firma digitale” per le tue email: senza di essi, i server destinatari non possono
confermare l’autenticità del messaggio. Questo porta a un alto rischio di blocco
automatico. Anche se il contenuto è impeccabile, un’email senza autenticazione
rischia di non arrivare mai a destinazione.

Strategie pratiche per migliorare la deliverability

Sapere quali sono i problemi è il primo passo. Il secondo è lavorare in modo
costante su contenuti, tecnica e strumenti per assicurarsi che le newsletter
raggiungano davvero i tuoi destinatari.

Segmentazione dei contenuti

Il contenuto deve essere rilevante per chi lo riceve. Non inviare la stessa newsletter
a tutta la lista: segmenta il pubblico in base agli interessi, al comportamento o alla
fase del funnel. Una comunicazione personalizzata e utile ha molte più probabilità
di essere letta e meno rischi di essere segnalata come spam. Inoltre, scrivi testi
coerenti, chiari, che aggiungano valore e siano coerenti con l’oggetto dell’email.

Costruzione della reputazione del dominio

La reputazione si costruisce nel tempo. Mantieni una lista pulita, elimina gli
indirizzi inattivi, evita di inviare a contatti che non hanno esplicitamente richiesto le
tue comunicazioni. Un basso tasso di bounce, un alto tasso di apertura e un basso
numero di segnalazioni come spam sono segnali positivi per i provider. Ogni invio
conta, soprattutto nel lungo periodo.

Test di spam score prima dell’invio

Una buona abitudine è testare la tua newsletter prima dell’invio, per valutare il
suo spam score. Questo tipo di test analizza parametri tecnici e linguistici che
potrebbero penalizzarti, permettendoti di intervenire prima che il messaggio venga
recapitato (o bloccato). Alcune piattaforme, come rapidmail, integrano sistemi di
verifica automatica che aiutano a valutare il rischio di finire nello spam ancora prima
che la campagna parta. Inoltre, grazie all’ottima reputazione degli indirizzi IP utilizzati
per l’invio, vengono riconosciuti come affidabili dai principali provider di posta e
quindi anche i clienti possono beneficiare di una maggiore affidabilità in fase di
consegna. Questo duplice vantaggio, controllo preventivo e reputazione tecnica,
migliora sensibilmente le possibilità che le email arrivino nella inbox e non nello
spam.

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Conclusione

Nell’email marketing informativo, scrivere contenuti di valore non basta: bisogna
anche assicurarsi che arrivino a destinazione. I filtri anti-spam sono sempre più
sofisticati e, per certi versi, sempre meno tolleranti: ogni invio è un banco di prova.
Per evitare che il tuo messaggio si perda nel vuoto digitale, serve attenzione ai
dettagli, rispetto delle regole tecniche e, soprattutto, buon senso comunicativo. Solo
così potrai costruire una relazione solida, continua e realmente efficace con i tuoi
lettori.

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valerio sanna

Vsx Blog : il mio punto di vista sul mondo del web, dell'innovazione e della scienza.

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