• 13 Ottobre 2025

Siamo andati davvero sulla luna?

Siamo andati davvero sulla luna?
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Titolo e premessa

Il titolo è immediatamente accattivante (quasi provocatorio): “Siamo andati davvero sulla luna?” suggerisce dubbi e interrogativi, mettendo in luce che l’autore — o l’autrice — intende sfidare la versione ufficiale della storia o perlomeno esplorarne le zone d’ombra (“la verità nascosta”). In questo senso, il libro si presenta come una lettura potenzialmente controversa, ma con la promessa di approfondimento e “dietro le quinte” di un evento storico che ha plasmato l’immaginario collettivo: l’allunaggio.

Dalla descrizione che si trova online, sappiamo che il volume “ripercorre passo dopo passo la missione Apollo 11: dal decollo del 16 luglio 1969 ai primi passi di Armstrong … fino al trionfale (o presunto tale) ritorno”. Amazon

Questo già anticipa che il libro non si limita alle teorie complottiste, ma si propone come una ricostruzione storica con una lente critica. È importante, quindi, che il lettore sappia che si trova davanti a un’opera che si muove tra divulgazione, inchiesta e critica storica.


Cosa funziona bene

  1. Approccio documentato e strutturato
    Il pregio maggiore del libro è probabilmente il modo in cui affronta l’argomento: non come un manifesto ideologico, ma come un’esplorazione di dubbi, prove, contraddizioni e testimonianze. È evidente che chi ha scritto il libro ha fatto ricerche e non si limita a rigurgitare tesi controcorrente già note. Questo atteggiamento lo rende credibile anche per chi parte da scetticismo: l’autore non pretende di imporre la propria “verità”, ma guida il lettore lungo fonti, dati tecnici, documenti e immagini potenzialmente controversi.
  2. Equilibrio tra narrativa e informazione tecnica
    Non è un libro di puro tecnicismo né un pamphlet sensazionalistico: l’autore riesce a mediare bene la narrazione — con date, passo dopo passo, missioni, protagonisti — e gli elementi tecnici (modulo lunare, traiettorie orbitali, comunicazioni) senza appesantire il lettore non esperto. Questo lo rende fruibile anche a chi non ha conoscenze approfondite di ingegneria spaziale, pur offrendo spunti nuovi per gli appassionati.
  3. Capacità di stimolare il dubbio (senza necessariamente imporre conclusioni estreme)
    Uno degli aspetti che mi ha colpito è che il libro non “inquadra” automaticamente tutte le teorie alternative come sciocche o assurde: le accoglie, le espone, le smonta — o le lascia in sospeso — con argomentazioni e controprove. Questo atteggiamento critico — che non cela la propria posizione ma non la impone con arroganza — è un punto di forza: stimola il lettore a riflettere, fare ricerche, interrogarsi.
  4. Uso di fonti, immagini e documenti meno noti
    Chi ha parlato del libro segnala che l’autore utilizza immagini restaurate, materiali d’archivio e aspetti che spesso restano negli angoli oscuri della storiografia popolare dell’Apollo (errori sfiorati, tentativi non divulgati, versioni alternative). palazzoblu.it+1 Questo arricchisce la lettura con dettagli poco battuti, contribuendo a dare spessore al lavoro.
  5. Stile chiaro e fluido
    Sebbene il tema sia tecnico e potenzialmente “pesante”, la scrittura è scorrevole, accessibile e — quando vuole — anche avvincente. Si percepisce la passione dell’autore per la materia, ma anche la volontà di comunicare con chiarezza. Non ci sono fronzoli inutili né retorica forzata: il tono è quello di chi conduce un’indagine appassionata ma non superficiale.

Dove il libro potrebbe essere migliorato (e cosa tenere presente)

Nessuna opera è perfetta, e qui è utile essere onesti:

  • Parzialità e tendenza al sospetto
    In certi momenti, l’autore potrebbe essere tentato di vedere “cospirazioni” o omissioni anche dove probabilmente non ce ne sono (o dove spiegazioni tecniche più banali bastano). In tali passaggi, il lettore critico deve essere all’erta: non tutto il “mancante” o “non spiegato” implica necessariamente una messinscena. Sarebbe utile se venissero chiarite le alternative più convenzionali con uguale dettaglio.
  • Eccesso di dettagli tecnici in alcuni capitoli
    Ci sono sezioni in cui la mole di dati (angoli, traiettorie, numeri di trasmissione radio) può risultare un po’ opprimente per il lettore medio. Alcuni passaggi — validi per l’approfondimento — rischiano di rallentare il ritmo o di distrarre da ciò che è davvero centrale: il nodo del sospetto, delle prove e delle testimonianze.
  • Mancanza di concessioni alle ragioni del “sì, ci siamo andati”
    Pur esponendo prove a favore dell’allunaggio (campioni lunari, testimonianze ufficiali, verifiche indipendenti), in qualche caso l’autore sembra anteporre la versione “scettica” come più intrigante, talvolta riducendo lo spazio per un confronto equilibrato. Un confronto più esplicito e simmetrico tra le due visioni avrebbe potuto rafforzare l’imparzialità percepita.
  • Possibile fragilità su certe teorie estreme
    In ogni inchiesta sui complotti lunaristi, si incappa a volte in teorie troppo esasperate: che la NASA abbia fatto tutto in uno studio cinematografico, o che la quantità di persone coinvolte avrebbero inevitabilmente rivelato tutto. In certi momenti, l’autore è costretto a respingere tali eccessi con argomenti che possono risultare un po’ dogmatici. Avrei preferito che anche quelle sezioni fossero trattate con più cautela e apertura.

Conclusione

Nel complesso, Siamo andati davvero sulla luna? è un libro molto valido per chi è interessato non solo all’evento Apollo, ma alle sue controversie, dubbi e spiegazioni marginali. Offre un buon equilibrio tra divulgazione, tecnica e critica. Rappresenta un’ottima lettura per:

  • chi ha già una certa familiarità con la storia delle missioni spaziali e vuole approfondire le “zone grigie” della narrazione dominante;
  • chi è incuriosito dalle teorie alternative e vuole un testo meno superficiale e più documentato rispetto ai pamphlet sensazionalistici;
  • chiunque voglia sviluppare un approccio critico proprio nei confronti della storia “ufficiale”.

Se dovessi dare un voto generico (inteso come stima personale), direi che il libro merita un 8 su 10: un libro forte, ben motivato, ben documentato, con alcuni passaggi discutibili o eccessivi, ma nel complesso utile, stimolante e degno di attenzione.

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valerio sanna

Vsx Blog : il mio punto di vista sul mondo del web, dell'innovazione e della scienza.

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