E’ il bene rifugio per eccellenza. Niente di nuovo sotto il sole. Ma seguire l’andamento delle quotazioni dell’oro ci aiuta a capire tante dinamiche, alcune delle quali molto interessanti per i nostri portafogli.
L’euforia dei mercati degli ultimi mesi, ci aveva in parte fatto dimenticare lo spettro della recessione di cui si era parlato durante tutto l’inverno. Un intervallo durato poco e che è riapparso subito dopo gli scandali della Silicon Valley Bank (SVB) che forse è stato solo un acceleratore di quanto sotto terra stava continuando a macinare il suo percorso. Queste sono solo alcune delle conseguenze delle grandi liquidità di denaro messe in campo dalle banche centrali di tutto il mondo. Prima tra tutte l’inflazione e il conseguente innalzamento dei prezzi. Cosi come la sfiducia, toccata con mano nell’ultima settimana di contrattazioni, da parte dei consumatori e dei grandi investitori, nei confronti delle banche centrali stesse che sembrano non avere una coerenza nella loro linea di contrasto alla recessione. Si è passati infatti da un “l’aumento dell’inflazione sarà un fenomeno passeggero” a continui innalzamenti dei tassi di interesse messi in atto per cercare di contrastarne l’aumento.
Continue instabilità che stanno portando molti investitori a correre ai ripari, proprio, nel metallo prezioso per eccellenza ovvero l’oro.
Durante l’autunno le quotazioni hanno oscillato in una fase laterale compresa fondamentalmente tra i 1700 e i 1900 dollari, con piccole escursioni sopra e sotto. Una rottura era quindi dietro l’angolo e, da più parti, era anche in ritardo rispetto alle aspettative.
L’accelerazione degli ultimi giorni non sta lasciando molto sorpresi ed essere salito nuovamente sopra quota 2.000 può essere l’inizio di una corsa ben più lunga ed anche attesa.
Le prossime settimane saranno comunque fondamentali per capire se questo degli ultimi giorni sia un balzo in avanti oppure di lungo periodo. I livelli “tondi” sono da sempre delle soglie psicologiche dove le quotazioni rispondono in modo energico. Capiremo quindi a breve se la resistenza di quota 2000 rimarrà tale, con il nostro metallo giallo che verrà rispedito giù (potenzialmente anche sotto quota 1700) oppure se inizia una corsa ben più importante. Una fase Toro (dall’inglese bull, usata per definire gli andamenti rialzisti).
La posizione delle banche centrali: vecchi mercati Vs mercati asiatici
Diverse sono le spiegazioni che potrebbero portarci invece a considerare un percorso molto più roseo.
Le quantità di oro disponibili sono sempre meno. Fino ad ora ne sono state estratte circa 175.000,tonnellate ne sono state individuate circa 50.000 ancora da estrarre e le ricerche oramai si spingono fino a scandagliare i fondali marini. Questo ci fa innanzitutto capire di quanto questo bene diventi sempre meno disponibile sul mercato ed, essendo sempre più ricercato, di per se sempre più prezioso.
A questo primo ragionamento, quello che vede interessati noi semplici consumatori, c’è da affiancare l’osservazione di quello che stanno facendo le banche centrali. Queste devono avere una loro riserva obbligatoria di oro nei propri caveau ma hanno ripreso nell’attività di recupero della materia prima dal mercato.
E non solo le banche centrali del vecchio e del nuovo continente ma anche, e sempre più, dei mercati asiatici con la Cina in testa. Da quando Nixon ha separato la parità della quotazione del dollaro a quella dell’oro, ha innescato di per se’ un meccanismo di vulnerabilità della moneta statunitense, con conseguente forza del metallo giallo, che può portare a un definitivo passaggio del potere nei confronti dei mercati da parte di chi possiede o possiederà le maggiori quantità di oro. Silenziosamente, è in questa direzione che sta puntando la Cina per determinare un suo sempre maggior peso sui mercati mondiali.
Oro, pronto a spiccare il volo?
E a noi, nel breve periodo cosa può interessare? Tra recessione e forte accumulo da parte delle Banche centrali, potrebbe innescarsi un bel mix esplosivo che farebbe letteralmente decollare le quotazioni dell’oro. A brevissimo, secondo quelle che sono gli andamenti medi degli ultimi 5 e 15 anni (rispettivamente linea rossa e blu del grafico), confrontate con l’andamento dell’anno in corso (linea nera), è atteso un ritracciamento per poi ripartire in alto. Potrebbero infatti essere previsti nuovi massimi storici dell’oro. Se le forze rialziste dovessero avere la meglio, alcune delle maggiori società di analisi hanno previsto le quotazioni dell’oro arrivare fino a quota 2400 entro il 2024.
Tre le principali soluzioni per approfittare, tanto nel breve che nel lungo periodo, di questa fase rialzista. La prima è quella di investire direttamente sui mercati finanziari, attraverso i futures e Cfd per chi ha buoni capitali oppure con gli ETF (che sono pacchetti di aziende che operano nel settore). Soluzione alternativa, che sempre in più stanno scegliendo e per la quale, assieme agli ETF ho optato, è quella di investire in oro fisico ovvero costruendosi dei veri e propri piani di risparmio nel medio lungo periodo per avere protezione sicurezza e rivalutazione del capitale. Questo è possibile tramite Operatori professionali in oro con sede in Italia con licenza da Banca di Italia e licenza dalla questura di residenza, serie ed affidabili che garantiscono l’acquisto e la custodia dell’oro. Una scelta che, guardando le quotazioni del metallo prezioso, si sono fino ad ora dimostrate più redditizie rispetto ai classici piani di accumulo.
Sempre a disposizione per eventuali approfondimenti